Dott.ssa Sara Cappelli

Psicologa e Psicoterapeuta

Fase 2 : la paura di uscire

Ci siamo. Stiamo per entrare nella tanto attesa “Fase 2” dell’emergenza Covid-19, dove ci sarà la possibilità di ricominciare, piano e con le dovute precauzioni, ad uscire, a riappropriarsi di piccole libertà che ci sono state tolte in nome della salvaguardia fisica di tutti.

Lo stop forzato ha destabilizzato molte persone, costrette a vivere e convivere con situazioni difficili e faticose. Penso a tutte quelle famiglie con bambini piccoli, ancor di più a quei genitori che vivono quotidianamente con la disabilità del figlio e si sono trovati scoperti, senza terapie e supporto; penso a quelle situazioni di coppia conflittuali, pericolose, dove la casa è vissuta come una prigione e non come un rifugio dove sentirsi protetti; penso agli adolescenti, che si sono visti privati di quella libertà che è fonte di crescita ed esperienze, a quelli che dovranno affrontare gli esami di maturità senza quel giusto riconoscimento del passaggio ad una vita nuova, più adulta. Ma nonostante tutto, in molti sono riusciti a trovare le risorse interne per farcela, continuando a pensare e sperare a quando questo tempo sarebbe finito.

Ma noi esseri umani siamo complessi, e il mio amore per la psicoanalisi parte proprio da qui: la psicoanalisi accoglie la complessità, la valorizza, la studia. Dicevo, siamo essere complessi, e nella vastità una larga fascia di persone non proverà sollievo nel poter godere delle piccole libertà messe a disposizione nella Fase 2, al contrario ciò che sembra emergere in loro è il terrore.

La paura. Quell’emozione che ci guida da sempre. Che nei bambini si cerca di allontanare in continuazione, perché gli adulti non sanno come accoglierla, ne sono spaventati a loro volta, e sanno benissimo che la paura può diventare sempre più grande, pervasiva, fuori controllo. “Non devi avere paura dei fantasmi, non esistono”, “Non avere paura degli insetti, non ti fanno niente”. Ci si appella a qualcosa di razionale per far tacere quell’angoscia sottostante che rimanda a qualcosa che va oltre il dato concreto.

Eppure la paura è un’emozione fondamentale, al pari di tutte le altre. La paura, infatti, ci permette di percepire il pericolo, di allontanarci, di difenderci da qualcosa che potrebbe ledere la nostra persona.

A piccole dosi però, perché negli adulti, così come nei bambini, la paura può diventare angoscia, e l’angoscia può assumere varie forme.

Thanopulos Sarantis, Psicoanalista, scriveva qualche giorno fa su un articolo: “La quarantena psichica, la quale esercita una forte pressione dentro di noi, rinforza tutte le nostre fobie nei rapporti con gli altri, converte, con l’aiuto del pericolo reale rappresentato dall’infezione, l’ambiente esterno in spazio straniero, estraneo, ostile”.

Per molti allora, il ritorno ad una vita fuori dalla propria abitazione che fino ad ora si percepiva come unico luogo sicuro, può attivare una forte ansia. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità si interroga e lancia l’allarme sui risvolti psichici che la quarantena può aver attivato. Entriamo in una nuova fase, con il pensiero però che nulla sia veramente finito, che tutto si può ripresentare e può colpirci ancora.

È giusto e doveroso interrogarci sui cambiamenti che la pandemia ha portato. Un esempio è la percezione della vicinanza dell’altro: se prima era normale per la nostra cultura sfiorarsi con il corpo di qualcun altro, negli autobus, mentre si correva, ora questa vicinanza spaventa. L’altro è un pericolo da evitare il più possibile, perché fonte di possibile contagio.

Ma se una dose di paura ci permette di salvaguardare la nostra salute, diversa è l’ansia e la fobia dell’altro, di uscire da casa, il terrore di potersi ammalare e morire. Quello è un campanello d’allarme che va ascoltato e va accolto, perché segnale di qualcosa che va oltre la paura che il Covid-19 ci ha lasciato.

Dopo essersi presi cura della nostra salute fisica, è arrivato il momento di prendersi cura della salute psichica. “Che senso hanno la guarigione, il medico e la mia salute fisica senza l’amore per una vita bella, che vale la pena vivere?” ( cit. Thanopulos )

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Dott.ssa Sara Cappelli
Psicologa e Psicoterapeuta
Iscritta all 'Albo degli Psicologi, matricola: 20447
Sono una psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico, diplomata presso la Scuola di psicoterapia ASNE-SIPSIA (Istituto Winnicott) specializzata in infanzia, adolescenza, coppia e nata all’interno del prestigioso Istituto di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Roma “La Sapienza”.

 

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